Porta la data del 7 maggio scorso la relazione istruttoria a firma di Mario Russo (presidente del consiglio comunale) delegato dal Sindaco Vincenzo Iaccarino a trovare una soluzione ottimale al progetto di realizzare un piano di insediamenti produttivi a Piano di Sorrento, argomento di cui si discute da anni da parte delle varie amministrazioni comunali che si sono succedute senza che si sia giunti a definire l’operazione. Eppure si tratta di un argomento su cui la politica si è ripetutamente espressa affermando di voler realizzare l’area per consentire alle tante attività produttive locali di trovare un’adeguata sistemazione, utile soprattutto a consentirgli un consolidamento dell’attività imprenditoriale e un’accresciuta competitività sui mercati non solo locali, ma anche esteri dove queste imprese già operano.
Tema spinoso, però, quello del Pip per svariate ragioni, in primis l’impatto ambientale dell’intervento da realizzarsi nell’area del Cavone in un fondo agricolo intanto divenuto di proprietà della Parrocchia di San Michele Arcangelo a seguito di un lascito che auspicava la nascita di un’area a servizio di giovani e anziani della comunità. Russo in questi mesi, sulla scorta anche di una formale iniziativa assunta da parte di una quindicina di imprenditori che hanno presentato al Comune la richiesta di attivare le previste procedure per la realizzazione dell’opera, ha studiato ed approfondito l’argomento mettendo nero su bianco una nota che analizza il problema e prospetta una soluzione giudicata rapidamente fattibile e soprattutto compatibile con le esigenze generali.
Presidente Russo, ci può spiegare lo stato dell’arte su quest’opera di cui tanto si parla, ma che resta un sogno nel cassetto di chi l’aspetta da anni?
“Il nostro PRG, adeguato al PUT, diversifica le aree per le diverse tipologie di attività produttive in 14 sottozone e la realizzazione dei Pip ricade nella sottozona 13 destinata a nuove aree per attività produttive in zona territoriale 4 del Put. Si tratta di una zona confinante con Via Cavone, Via Ponte Orazio e alcune proprietà private dove sono consentite le seguenti attività: commercio all'ingrosso; laboratori artigiani, eventualmente con annessa bottega per la vendita e di servizio alle persone, alle famiglie e alle imprese, dell'artigianato di manutenzione (dell'auto, della casa e similari), dell'artigianato di produzione; piccole e medie industrie, limitatamente al comparto delle trasformazioni tipiche di prodotti agricoli locali”.
Ci sono delle prescrizioni da osservare per tutte queste attività produttive?
“E' fatto obbligo di realizzare tutti gli impianti necessari a ridurre le emissioni di fumi, vapori, gas, polveri, aerosol etc., a ridurre l'eventuale inquinamento acustico, nonché a depurare le acque reflue, nel rispetto delle vigenti norme legislative e/o regolamentari in materia. Nella sottozona 13 si possono formare gli insediamenti produttivi (Pip) che devono essere progettato secondo questi parametri: lotti compresi fra 400 e 600 mq; rapporto fondiario di copertura 0,40 mq /mq; altezza massima dei fabbricati: 7,40 ml; altezza massima degli eventuali impianti tecnici: 10,00 ml; superfici da destinare a spazi pubblici o destinate ad attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi (escluse le sedi viarie): 10% della superficie territoriale; distanze dai confini non inferiori a 5,00 ml; indice di piantumazione fondiario: 200 alberi/ettaro (specie tradizionali della penisola sorrentina). Nell'attuazione del PIP una quota dei lotti da assegnare in proprietà va riservata all’eventuale trasferimento delle attività incompatibili attualmente ubicate nel centro urbano”.
Ci sono altre condizioni cui attenersi per realizzare l’intervento?
“Nella redazione del PIP si dovrà prevedere la delocalizzazione del Mercato ortofrutticolo attualmente ubicato nella Piazza Mercato. E’ prevista la sua edificazione al di sotto del piano di campagna in modo da ridurne l'impatto edilizio. Per i corpi di fabbrica destinati alle attività terziarie è prescritta l'adozione di tipologie edilizie semplici, con il solo piano terra ed eventuali interrati riservati a garage e impianti tecnologici, senza sporti, con finiture corrispondenti alle prescrizioni di cui al Titolo IV. Le eventuali recinzioni debbono essere realizzate con muri alti fino a 1,20 mi, intonacati o rivestiti in pietra senza stilatura dei giunti, eventualmente sormontati da inferriate verniciate di altezza non superiore a 1,30 m) con esclusione di reti metalliche di qualunque tipo”.
Che cosa diventerà, allora, Piazza delle Repubblica?
“A seguito della delocalizzazione del mercato ortofrutticolo l'area del mercato e dell'intera piazza dovranno essere oggetto di un progetto di riqualificazione e riconversione. I volumi edilizi esistenti demoliti e ricostruiti per essere destinati ad attività commerciali e di servizio. Sarà consentita la realizzazione di due livelli interrati, interessanti sia la superficie dell'attuale mercato che dell'intera Piazza, da destinarsi a parcheggio sia pubblico che per le finalità di cui all'art.9 comma 4 della legge 122/89. L'area della Piazza dovrà essere attrezzata a verde con la piantumazione di idonee essenze arboree. Trattasi di una norma di notevole importanza programmatica, ma che sinora non ha avuto alcuna pratica applicazione”.
Come stanno attualmente le cose?
“Per quanto a mia conoscenza negli anni scorsi sono state depositate, da parte di operatori economici privati, alcune proposte per la realizzazione di nuovi insediamenti produttivi nella predetta zona D13. Quello che manca ed è invece obbligatorio è la preventiva approvazione del Piano Urbanistico Esecutivo che deve essere di iniziativa pubblica, cioè del Comune. Ci sono state alcune proposte progettuali che, però, non hanno mai avuto riscontro da parte dell’Amministrazione e cioè quella del la “C.C.M. Cooperativa Costruzioni del Mediterraneo” e della “GEMAR S.p.A.”. Inoltre la precedente Amministrazione ha conferito incarico professionale all’arch. Santovito Rodolfo per l’elaborazione del PiP in zona D13, ma anche questo procedimento non risulta concluso. Da un primo esame degli elaborati prodotti dall’arch. Santovito appare che il dimensionamento dei capannoni e delle opere risulta eccessivo e non consono alle architetture locali e al paesaggio, trattandosi, tra l’altro, dell’opera di maggiore estensione e valore economico realizzata nel comune di Piano di Sorrento”.
Alla luce del lavoro che ha svolto qual è la sua proposta almeno per chiamare l’Amministrazione a discutere su cose concrete?
“Pur riconoscendo l’importanza strategica dell’opera per lo sviluppo del territorio e dell’economia locale, si ritiene necessario rimodulare le previsioni del P.R.G. secondo i seguenti indirizzi:
1. va eliminata la previsione di delocalizzazione del Mercato Ortofrutticolo attualmente ubicato in Piazza della Repubblica, peraltro già oggetto di differente progetto di finanza approvato dal Consiglio Comunale. Inoltre le attuali dinamiche commerciali del settore del Mercato Ortofrutticolo sono mutate rispetto all’epoca di redazione del P.R.G. (anno 1993-1996). Ciò comporterebbe la sostanziale riduzione di consumo di suolo e nelle necessarie infrastrutture (viabilità ecc.), con recupero di aree a verde, maggiori aree per attività pubbliche/collettive e generale mitigazione dell’impatto complessivo dell’intervento nella zona D13.
2. occorre specificare le tipologie di attività artigianali, produttive e commerciali che possono essere insediate nell’area P.I.P., integrando le attività artigianali di trasformazione alimentare anche del settore non agricolo. Esempio: produzione e trasformazione di cioccolato, gelati, caffè, dolciumi, ecc.
3. calibrazione specifica dei parametri dimensionali dei singoli lotti e dei singoli edifici in funzione delle reali esigenze produttive, sempre al fine di ottimizzare l’impatto ambientale nell’ottica della riduzione del consumo di suolo.
4. occorre delineare le tipologie costruttive dei fabbricati da destinarsi alle attività produttive evitando i classici capannoni industriali (anonimi e non consoni agli ambienti della penisola sorrentina), adottando soluzioni architettoniche che siano, oltre che ambientalmente gradevoli e compatibili, anche attrattive sia per le collaterali attività commerciali da affiancarsi alle attività produttive, sia per sperimentare una tipologia di “turismo commerciale” e “fieristico”, teso alla valorizzazione delle produzioni tipiche locali. Il tutto integrando le varie funzioni e sfruttando i maggiori spazi conseguenti alla non delocalizzazione del Mercato Ortofrutticolo. Le tipologie costruttive dovranno essere rispettose delle tradizioni architettoniche locali e della memoria storica del luogo dove insistevano cave per l’estrazione del tufo (dalle quali deriva il nome della strada “Via Cavone”).
5. Nel P.I.P. andrà obbligatoriamente previsto un edificio con pertinente spazio pubblico destinato alle attività della Protezione Civile comunale e, in particolare, alla gestione delle emergenze, attesa l’ubicazione dell’area e il suo diretto collegamento con le principali arterie stradali del paese. L’edificio potrà essere utilizzato per le molteplici esigenze del servizio di Protezione Civile: uffici, depositi, allestimento area di ricovero, esercitazioni ecc.
6. particolare attenzione dovrà essere dedicata all’allestimento delle aree a verde, così come già previsto dal P.R.G., ma che costituiscano occasione di testimonianza e recupero delle tradizioni rurali della penisola sorrentina. Si pensa al classico agrumeto con pergolato sorrentino accompagnato dagli indispensabili servizi per gli ospiti e visitatori (chiosco-bar, servizi igienici). Insieme al rispetto delle tradizioni architettoniche e costruttive locali (pietra di tufo) si dovrà percepire un tangibile segno di continuità urbanistica e paesaggistica del “nuovo” rispetto al passato.
7. attenta configurazione della viabilità di accesso e di servizio, in maniera da coniugare le esigenze del nuovo insediamento alle problematiche della viabilità già in essere. Si pensa alla necessità di disciplinare, con l’occasione, l’incrocio tra Via Cavone e Via dei Platani realizzando sistemi di incanalamento e scorrimento realizzati ad hoc.
8. precisa individuazione dei meccanismi di assegnazione dei lotti edificabili, in linea con la vigente normativa di settore, al fine di incentivare realmente le realtà produttive locali con una maggiore attenzione alle attività di carattere artigianale riflettenti le tradizioni locali, al fine di coniugare tali attività con vocazione turistica del territorio.
9. accurati interventi di mitigazione dell’impatto dell’intervento nei confronti delle attività confinanti, con esclusione delle attività insalubri o comunque non compatibili con la zona di intervento.
10. andrà contemplata la possibilità di inserire, nello spazio aperto principale, un “monumento” che testimoni la vocazione agricolo-imprenditoriale, nonché estrattiva (cave di tufo), della zona oggetto di intervento”.
Come si può procedere per passare dalle analisi e dagli annunci ai fatti, che poi è quello che interessa agli operatori?
Per concretizzare questi indirizzi avvalendosi anche degli ulteriori apporti condivisi con gli operatori del settore, a mio avviso è necessario avviare le procedure per implementare un quadro generale delle esigenze da soddisfare con la realizzazione del Piano da recepirsi con atto deliberativo della Giunta Comunale per la definizione degli indirizzi della pianificazione. Ad esso potrà far seguito la procedura del concorso di idee (o altra analoga) per la scelta della migliore attività di pianificazione da sottoporre al Consiglio Comunale per l’approvazione. A tal fine teniamo presente che, periodicamente, vengono pubblicati specifici bandi regionali per il finanziamento delle attività di pianificazione e per la realizzazione delle opere di urbanizzazione a servizio degli insediamenti produttivi. Inoltre si potrebbe attivare la procedura per l’autofinanziamento delle opere mediante la vendita preventiva dei suoli edificabili o, ancora, le opere possono essere finanziate mediante l’alienazione di beni immobili comunali. Per quanto riguarda i tempi di attuazione possiamo stimarli in sei mesi dall’avvenuta approvazione della specifica variante al P.R.G. per l’eliminazione della delocalizzazione del Mercato Ortofrutticolo”. (intervista pubblicata su il Settimanale "Agorà" del 9/06/2018)
Nessun commento:
Posta un commento