domenica 24 giugno 2018

A proposito di Bandiera Blu e del progetto amministrativo per Piano di Sorrento

Sull’argomento “Bandiera Blu” a Piano di Sorrento esiste una frangia di persone che esprime posizioni straordinariamente critiche su questo riconoscimento e sono impegnate in un’azione di delegittimazione adducendo le più svariate argomentazioni per rafforzare le proprie tesi. Temi anche non attinenti e che evidenziano un’oggettiva e pregiudiziale contrarietà rispetto a tutto quello che fa e quindi promuove l’Amministrazione Comunale
Una posizione politicamente legittima pur se si tratta di contrastare a prescindere l’opera di chi è stato investito dell’onore e della responsabilità di governare, ma che è eticamente sbagliata se per rafforzare e per dimostrare le proprie tesi si deve ricorrere a menzogne e illazioni o utilizzare altre questioni per sostenere che niente va bene e che nulla sanno fare di buono gli Amministratori per risolvere i problemi della Città.


Proviamo allora a ragionare avendo come punto di partenza una considerazione e un dato. La prima è che Piano di Sorrento (come del resto tutta la Penisola Sorrentina) non è il Paradiso Terrestre e nessuno l’ha mai affermato o spacciata come tale. Ciò non toglie che è una cittadina ricca di tanti elementi che ne esaltano l’identità e la rendono una realtà interessante, ricercata per viverci e operarci. Come tutti i Paesi ha i suoi problemi che non nascono oggi, ma che vengono da lontano. Alcuni sono stati risolti, altri no, altri si sono aggravati, altri ancora hanno preso forma e si sono presentati senza che si sia ancora riusciti bene a identificarli e quindi a trovare risposte adeguate o, meglio, soluzioni appropriate. 
Il secondo, cioè il dato, è l’obiettivo che il Sindaco in carica Vincenzo Iaccarino e la sua Amministrazione si sono proposti con il programma di mandato che rappresenta il punto di riferimento per elettori e critici su cui valutare il loro operato. Se si prescinde da entrambi questi elementi si compie un esercizio critico legittimo, ma assolutamente qualunquistico e come tale improduttivo, essendo a priori disfattista e privo di propositività.

Nel programma di mandato dell’Amministrazione-Iaccarino (disponibile sul sito del Sindaco www.vincenzoiaccarino.it
e su quello del Comune
www.comune.pianodisorrento.na.it)
sono chiaramente indicati gli obiettivi da conseguirsi e che sono evidentemente propedeutici al conseguimento di questo titolo, così come di altri che eventualmente potrebbero scaturire grazie a una concreta ed efficace azione amministrativa. E non si tratta soltanto di onorificenze, ma anche di eccezionali opportunità. Così si parla del risanamento ambientale dei valloni, delle separazione della rete fognaria (è stata la prima ordinanza emessa dal Sindaco da quando si è insediato), delle sollecitazioni alla Regione per completare il Depuratore di Punta Gradelle e attuare altri interventi di bonifica ambientale per scongiurare il ripetersi di tragedie come quella di 3 anni fa quando il mare della Penisola si colorò di marrone in pieno agosto a causa dell’eccezionale ondata di maltempo che si abbatté sulla Penisola provocando un danno ambientale e di immagine devastanti sotto tutti i punti di vista, in primis quello turistico, cioè l’economia prevalente di questo territorio.

In questi due anni il Sindaco non si è limitato a una politica di annunci, ma ha esplorato i Valloni con le Forze dell’Ordine individuando scarichi abusivi con relativi responsabili, ha redatto documenti e rapporti video che, con gli atti amministrativi, sono stati presentati alla Regione e allo stesso Presidente Vincenzo De Luca affinché si valutassero le azioni da intraprendersi e le risorse finanziarie da impegnarsi per un’opera imponente che, se realizzata, cambierà il volto turistico, e non solo quello, di Piano di Sorrento e di tutta la Penisola Sorrentina. 
Un intervento del costo di decine di milioni di euro e che riguarda ben tre valloni e 5 amministrazioni peninsulari con un importante impatto sul piano dell’assetto idrogeologico del territorio che sempre più frequentemente e pericolosamente cede, franando proprio in prossimità di questi valloni, come è accaduto a Ponte Orazio a Piano e sulla Meta Amalfi a Meta, aree ancora interdette al transito e su cui si sta lavorando per trovare soluzioni idonee e definitive. 
Queste criticità fanno parte delle emergenze non prevedibili, alla stregua di una qualunque calamità naturale, che creano grosse difficoltà a qualunque Comune che non dispone di risorse finanziarie proprie sufficienti per risolvere nel breve periodo questi problemi. 
Il depuratore di Punta Gradelle è entrato in funzione esattamente un anno fa e i risultati sono evidenti, fermo restando il fatto che in caso di forti piogge non è in grado tecnicamente di assorbire le inondazioni di acqua che intasano il sistema fognario su cui c’è ancora tanto lavoro da fare da parte dei Comuni per efficientare la condotta consortile. Con tutti i se i ma e con tutte le critiche che sono state fatte da parte di tutti, il Depuratore è diventato realtà e questo ha segnato il decisivo cambio di passo nelle politiche di salvaguardia del mare della Costiera, tema che richiede un costante ed elevato livello di attenzione per scongiurare passi in dietro su un tema assolutamente scottante per gli interessi di tutti.

Sulla “Bandiera Blu” c’è un’assoluta disinformazione da parte dell’opinione pubblica e dei tanti super critici da social che spesso neanche si premurano di informarsi prima di esprimere concetti o sputare sentenze con l’unico obiettivo di denigrare l’Amministrazione, un’Organizzazione internazionale, la FEE, che da 30anni e passa assegna questi riconoscimenti in virtù di un disciplinare che non lascia spazi da equivoche interpretazioni o manipolazioni e che assegna i vessilli per tramite le valutazioni di una Commissione interistituzionale di cui la FEE è parte. Chi sostiene che la “bandiera blu” la si ottiene pagando la FEE è ignorante (se non in malafede) di tutto questo e della procedura, dimostra di non aver alcuna conoscenza degli iter amministrativi perché un Comune per poter “comprare” qualunque cosa deve seguire procedure pubbliche e produrre atti formali di cui ovviamente non c’è alcuna traccia perché non esistono. Le uniche cose che un Comune Bandiera Blu può acquistare dalla Fee sono le bandiere da esporre e quelle da consegnare ai lidi del costo di poche decine d’euro.
Quando il Comune di Piano di Sorrento ha deciso di proporre la propria candidatura l’ha fatto innanzitutto valutando se ne ricorrevano i presupposti sulla base del disciplinare e in particolare sulla base dei rilievi sulle acque del mare svolti dall’Arpac, cioè dall’ente pubblico preposto, nei 4 anni precedenti. 
Attenzione: “Bandiera Blu” non significa mare blu come lo si può vedere in tante realtà costiere italiane del tutto sprovviste di tutti gli altri elementi che concorrono all’attribuzione del riconoscimento! Una spiaggia senza lidi, senza servizi organizzati e gestiti come si deve da privati e dal Comune per quello che è di sua competenza non può essere candidata alla bandiera blu visto che per ottenere il vessillo ci sono anche i dati relativi alle percentuali di raccolta differenziata ottenuti dal Comune su tutto il suo territorio, ci sono le politiche di sensibilizzazione ecologico-ambientale e così via. 

Basta considerare che Piano di Sorrento si affaccia su due golfi: quello di Napoli e quello di Salerno. Su quest’ultimo ha un tratto di costa ben più ampio di quello di Marina di Cassano, sicuramente suggestivo sul piano ambientale-paesaggistico ed eccellente sulla qualità delle acque. Eppure non è candidabile per la bandiera blu (e non lo è stato) proprio perché manca dei requisiti previsti dal regolamento. Questo è un elemento non secondario della discussione che però nessuno tiene in considerazione pur di argomentare a proprio uso e consumo contro la spiaggia di Cassano e contro l’Amministrazione. 
Lo stesso ragionamento, per meglio intendersi, vale per l’accesso a determinati finanziamenti regionali per i quali esistono bandi pubblici che stabiliscono i requisiti per poter presentare una candidatura e le condizioni per realizzare le opere o gli eventi. Si può essere o non essere d’accordo, a livello locale, su un progetto o su una manifestazione, ma se la Regione, lo Stato o l’Europa per assegnare determinate risorse finanziarie richiedono la sussistenza di determinati requisiti è inutile girarci attorno: o si è in grado di esibirli o si rinuncia ai finanziamenti e quindi alla realizzazione di opere pubbliche, di progetti e di manifestazioni. 
Chi opera nella pubblica amministrazione lo fa attenendosi alle regole che la disciplinano per cui solo i demagoghi e gli ignoranti possono disquisire a prescindere da esse al solo scopo di sollecitare la pancia e con essa il malcontento popolare che è una costante democratica con cui chiunque abbia responsabilità pubbliche deve comunque fare i conti!

A settembre del 2017 è stata avviata l’istruttoria per la candidatura, come risulta agli atti del Comune, e a Maggio 2018 il Comune ha ricevuto, secondo la prassi, l’invito della FEE per partecipare alla cerimonia di assegnazione delle bandiere 2018 senza sapere se l’avesse ottenuta oppure no. La stessa procedura è stata seguita dal Comune di Sorrento per la prima volta e da quello di Massa Lubrense per l’11° volta senza che mai nessuno avesse alcunché da ridire!
Com’è possibile allora che l’attribuzione di un titolo così ambito e potenzialmente in grado di spalancare alla Città di Piano di Sorrento nuove prospettive nell’ambito dell’offerta turistica che fino ad oggi è stata un’attività economicamente marginale nonostante la presenza di qualificati operatori, abbia suscitato delle reazioni negative e addirittura irritate in alcuni concittadini?
Sarebbe forse stato più onorevole ritrovarsi sulle cronache nazionali e internazionali per episodi negativi come per esempio la violenza carnale ai danni di una turista straniera che, ahimè involontariamente, ha interessato il Comune di Meta?

Possibile che la “ragion politica” possa ispirare tali sentimenti di avversione nei confronti della propria Città al punto da spingere a infangarla con tutti i mezzi di cui oggi si dispone pur di danneggiare la parte politica ritenuta avversa e che ha avuto il merito di aver conseguito un risultato oggettivamente positivo per tutti?
Possibile che esista un’avversione pregiudiziale tanto forte nei confronti della comunità di Marina di Cassano per cui la bandiera blu viene spacciata come un immeritato regalo fatto all’imprenditoria turistica e peschereccia del borgo?
Insomma quale interesse diretto possono avere un Sindaco o un’Amministrazione dall’attribuzione di un titolo internazionalmente prestigioso e che aiuta il Paese a uscire dall’anonimato turistico prospettandogli una futuro sicuramente migliore? Ciò anche per lo sforzo che è chiamata a compiere l’intera comunità locale, non solo quello della Marina, per conservarlo questo titolo l’anno venturo e negli anni a venire?
Quest’anno il Comune di Piano di Sorrento ha ottenuto anche un altro prestigioso titolo che è frutto di una politica culturale che, nel corso degli anni, si è sedimentata nel Paese che oggi si fregia dell’attribuzione di “Città che legge 2018/19” per le attività organizzate e promosse nel corso degli anni, per la gestione della Biblioteca Comunale generalmente considerata un fiore all’occhiello del Comune di Piano di Sorrento, per gli eventi promossi, per l’esistenza di librerie.

Se oggi Villa Fondi ha riaperto i battenti del suo parco chiuso da anni e si è animata di un nuovo protagonismo artistico-culturale col rilancio del Museo Archeologico “G. Vallet” un bene pubblico interamente gestito dal Comune e a disposizione dei Cittadini, questo lo si deve all’impegno assunto dal Sindaco con gli elettori e consacrato nel programma di mandato così come sono in corso di realizzazione altre importanti iniziative destinate ulteriormente a consolidare il primato culturale di Piano che ha investito ed intende investire sulla cultura e sull'arte quale fattori di attrazione e quindi anche di crescita e di sviluppo economico.
Per riuscirci ci vuole tempo, ci vogliono l’impegno e la volontà testarda del primo cittadino, ci vuole la volontà condivisa della politica, ci vuole una macchina burocratica che funzioni e che risponda alle sollecitazioni della politica, ci vuole un sistema che sappia armonizzare le proprie azioni per elevare la qualità del governo sottraendolo alle troppe “distrazioni interessate” che spesso ne vanificano sforzi o inibiscono iniziative. 

Ci vuole il coinvolgimento dei Cittadini attraverso una reale partecipazione e anche in questo senso il Comune ha istituito organismi di consultazione permanente su tutti i principali temi di pubblico interesse: le consulte civiche.
Insomma non si cercano né si pretendono medaglie perché è vero che tante cose non funzionano come dovrebbero, che il traffico è sempre più pesante e che la quotidianità, a dispetto di quello che appare, è complicata e difficile anche per chi ci vive a Piano o in Penisola, con o senza bandiera blu.
Ma, Dio mio, Piano e la Penisola Sorrentina sono realtà che, nonostante tutto, sono il fiore all’occhiello della Campania, località che meritano di essere ben amministrate e salvaguardate in tutti gli interessi, in primis quelli pubblici ovviamente! Ciò non significa mortificare la legittima iniziativa privata che intraprende e che produce ricchezza e con essa lavoro e benessere. Se ambire a una dimensione turistica per Piano di Sorrento è peccato, allora che cosa deve fare chi l’amministra? Aspettare che la Città muoia vittima della crisi commerciale e di piaghe sociali che travalicano la dimensione locale e sono la conseguenza dei cambiamenti di stile di vita delle popolazioni e soprattutto delle nuove generazioni?

Insomma qui non si cerca l’unanimismo o si vuole zittire il dissenso, ma almeno è legittimo aspettarsi un approccio intellettualmente onesto anche se critico da parte di chi è contrario a prescindere! Gettare fango sul proprio Paese non è mai stato un esercizio che ci ha contraddistinto negli anni, in qualunque ruolo abbiamo agito! Una cosa è il contrasto alla malapolitica, alla adelinquenza amministrativa, alla corruzione e al malaffare che usa la pubblica amministrazione o la condiziona per perseguire i propri interessi. Un’altra cosa è impegnarsi con i mezzi, le idee, le intelligenze e le professionalità di cui si dispone per cercare di amministrare al meglio e correttamente la cosa pubblica!

Sul contrasto alla prima, non abbiamo mai fatto un passo in dietro né lo faremo perché è parte integrante del nostro DNA. Per migliorare la seconda stiamo producendo uno sforzo notevole nei ruoli da ciascuno ricoperti con l’auspicio di migliorare il livello della qualità della vita per noi e per le future generazioni.
Contribuire al conseguimento di questo obiettivo fa parte della buona politica che spesso è contrastata ed attaccata anche indossando la maschera dei nobili intenti proprio perché la buona politica complica la vita alla malapolitica in giacca e cravatta che prospera nell’ignoranza e che vorrebbe campo libero per fare i propri porci comodi. 
Nonostante l’attenzione e gli sforzi per contrastarla, spesso ci riesce! E questo non è un bene ed è su questo fronte che le tante sentinelle farebbero bene ad accendere i riflettori supportando cosi con la vigilanza e con la critica e pure con le denunce il buon governo del proprio Paese
di Vincenzo Califano 


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